Started on Luglio 27, 2024


Quello che gli uomini chiamano l’ombra del corpo, non è l’ombra del corpo, ma è il corpo dell’anima.

Oscar Wilde

Ora vivo in una zona d’ombra illuminato dalla tremula luce ambra di una candela, anch’essa, nell’ombra della notte, come me morente. Vivo tremando come questo misero lume, vivo nell’ombra e neanche più tramo la fuga. Vivo,  e non vi è ombra di dubbio, in quella che chiamano la zona grigia, dove non arrivano Angeli a prenderti in braccio a farti risalire verso la vita, demoni uncinati vengono a tormentarti con i loro stivali tirati a lucido. Vivo nel ombra, se viver si può ancor definire il sopravvivere, aspettando che mi avvolga dolcemente l’ombra dell’amica morte, ma che nel freddo e il vento e il fango e la neve anch’essa fatica a trovarci, perduta anche lei nelle mille e mille oscure ombre nelle campagne intorno ad Auschwitz. Caduto nel buio respiro e ricordo quando vivevo nell ombra del ghetto, tra orde di morti viventi e da lì guardavo da lontano il vostro mondo morente dove ho visto me stesso allontanarmi e fuggire via lasciando la mia ombra sul muro. Se taccio e supero il latrare dei cani e l’urlo delle sirene d’allarme. Riesco a sentire la musica dell’ ombra e il frastuono e il clangore che in certe notti ha buio. E ombra a mia volta son divenuto, la misera ombra dell uomo che ero, che per magrezza neanche più l’ombra proietto. E ora che ombra sono divenuto rasento muri, dormo negli angoli bui, preferisco il basso anziché l’alto, il bianco silenzio del bosco al ronzio dei ricordi felici, e come un ombra imito ogni cosa forma essenza apparenza e riesco, da questo privilegiato punto di osservazione sotto e lontano dalle cose, a cogliere anche la loro essenza perché anch’essa non mi è preclusa. Perché ciò che davvero è e nascosto lo e’ sempre in piena vista ma occorre osservare da lontano con sguardi d’ombrosi. E’ buffo l’ultima luce che i miei occhi rammentino sono le abbacinanti fiamme del Reichstag quando in quel rogo sublime tutto e’ cominciato, quando per tutti e’ iniziata la fine quando tutti intuimmo nascosti nell’ombra che saremmo divenuti anche noi come quell’edificio che moriva bruciando. Che saremmo con il Parlamento divenuti cenere. Ora nell’ombra sento che le cose non mi fissano più e ricordo che più’ le guardavo da vicino più esse mi guardavano da lontano. Silenzio. Forse tra le mille ombre la consolatrice ha trovato la strada quindi spegnete la candela, spegnete le voci, spegnete la luce spegnete, spegni la luce, spegni la luce…

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